Il progetto “Adotta un seme di grano” ha fatto il primo passo con la semina del grano a Sant’Angelo lo scorso 5 e 7 dicembre
Visitiamo insieme il terreno
I soci della cooperativa Agricola Sant’Angelo hanno spiegato le fasi di lavorazione che si sono svolte prima delle piogge; seguendo tecniche di agricoltura organica e rigenerativa, hanno contribuito a migliorare la struttura del terreno. Abbiamo scelto, infatti, di utilizzare un ripuntatore al posto dell’aratro per evitare il ribaltamento degli strati del terreno preservando il più possibile la sostanza organica già esistente. Inoltre abbiamo eseguito, l’andamento della lavorazione, seguendo il concetto delle keyline: una tecnica che agevola la distribuzione dell’acqua dalle zone del campo più umide a quelle più aride ottimizzando il flusso delle acque superficiali e riducendo l’erosione del suolo.
Un approfondimento sul progetto
Nel corso dell’evento tematico “Chi semina grano raccoglie buon pane“, che è stato promosso dalla nostra Associazione nello scorso luglio, è emersa una importante tematica: l’evoluzione del frumento nell’agricoltura moderna ha portato un eccesso di glutine nei grani moderni. Questo è una delle cause che ha visto il proliferare dei disturbi e intolleranze al glutine rispetto alle epoche passate.
Sia l’Associazione che la Cooperativa “Agricola Sant’Angelo” promuovono un’agricoltura sostenibile per ottenere prodotti sani e biologici. Per questo è stato scelto di seminare una popolazione di grani antichi, prodotti dall’Azienda Agricola Bio Floriddia, e di avvalersi di tecniche produttive rispettose del suolo e della natura. Un altro principio cardine è quello di rendere partecipe e coinvolgere la comunità nelle attività agricole. Questo per acquisire una maggiore consapevolezza del lavoro agricolo, delle pratiche agronomiche utilizzate e dei limiti stagionali, aumentando la conoscenza del sistema che regola la produzione alimentare.
Infine, nel corso delle ricerche storiche è emerso che, già dal 1500, il grano era coltivato dai contadini di Sant’Angelo. Un quadro parrocchiale, datato 22 novembre 1589, nel descrivere le attività agricole di uno dei sette poderi, riporta:
[…] Seminassi in detto podere staia sedici di grano in tutto tre biade grosse e tre di minute […]
Il progetto di ri-generazione agricola dell’area di Sant’Angelo ha l’intento di recuperare i terreni abbandonati da anni riportando le colture locali e tradizionali del luogo. Il primo passo del “ritorno alle origini” di Sant’Angelo ha inizio dalla semina della nostra popolazione di grani antichi.
Tutto inizia dalla semina
Dopo le lavorazioni del terreno è stato necessario passare con il quaranta denti per un passaggio superficiale in modo da eliminare le infestanti che erano nel frattempo germogliate. Terminati i veloci passaggi con un trattore leggero, per non assodare ulteriormente il terreno, è stato possibile iniziare la semina vera e propria del grano.
Ripercorrendo le antiche tradizioni
Anche se il terreno non era ancora del tutto asciutto e non ha consentito un perfetto interramento dei semi abbiamo confidato nelle piogge dei giorni successivi per completarne l’interramento, nascondendo così i semi ai volatili e favorendo la loro germinazione.
Un grano speciale si è aggiunto al progetto
Abbiamo seminato la popolazione che ci ha fornito Barbara in un appezzamento di terreno contiguo all’altro; questo per poter diversificare le spighe dei due grani per raccogliere i semi necessari alla semina del prossimo anno.
Prossimi passi
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